Castello di Roccascalegna, la mano insanguinata

Castello Di Roccascalegna, La Mano Insanguinata
Il suggestivo castello di Roccascalegna ospiterebbe il fantasma di Corvo De Corvis, il barone che abitava le stanze del castello e lì vi lasciò l’impronta della sua mano insanguinata.

Il Castello di Roccascalegna è una imponente struttura difensiva situata nel comune di Roccascalegna, in provincia di Chieti. Edificato sulla cima di uno sperone roccioso, in posizione dominante sull’abitato, ha fondazione molto antica e subì numerose aggiunte fra il XVI secolo e il XVII secolo.

Nel corso del millennio di storia che ha trascorso vegliando sull’omonimo borgo, il maniero non è stato solo una fortificazione, ma anche set di fiction, nonché di leggende e di recente anche di matrimoni.

Costruito intorno all’XI-XII secolo ampliando una semplice torretta da guardia di origini longobarde, nel 1525 fu interessato dai primi restauri. Nel XVI secolo vennero rialzate le mura, ma senza merlature. Durante la signoria degli Annecchino furono rafforzate le torri esistenti e ne venne aggiunta una di forma circolare.

Sotto la baronia dei Carafa che durò tra il 1531 ed il 1600, venne eretta la cappella del Santissimo Rosario. Durante la signoria successiva dei Corvi, che durò tra il 1600 ed il 1717, furono effettuati altri interventi con la distruzione del ponte levatoio e l’aggiunta della rampa di accesso diretto alla struttura.

Nel 1985 la rocca torna al suo antico splendore, quando la famiglia Croce Nanni dona il castello al comune che compie un massiccio restauro conclusosi nel 1996.

Oggi il Castello di Roccascalegna è visitabile ed accessibile dal centro del paese attraverso una gradinata dove è ancora possibile vedere i resti del vecchio ponte levatoio.

A Roccascalegna non mancano spiriti e fantasmi. Uno dei più segnalati è il fantasma del Barone Corvo de Corvis, un tirannico signorotto che avrebbe ripristinato lo ius primae noctis (il diritto feudale di giacere con le spose dei sudditi la prima notte di nozze). Per questo sarebbe stato, secondo la leggenda, decapitato e condannato a vagare per il maniero sotto forma di un fantasma senza testa.

Della morte del nobile Corvo de Corvis si racconta anche che per molti secoli a venire, sulla parete della stanza, sia rimasta impressa l’impronta della mano insanguinata che il Barone avrebbe lasciato dopo essere stato invece pugnalato al cuore. Né i tentativi di lavarla via, né il tempo sarebbero riusciti a cancellarla, restando ancora viva nella memoria collettiva del borgo.


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