La Sicilia, nei secoli terra di conquista e di immensi feudi, vanta un numero considerevole di fortezze e castelli infestati dai fantasmi, come il Castello Leucatia noto anche come “il castello dei fantasmi”.
A dire il vero il Castello Leucatia ha una storia molto più recente degli altri manieri, la maggior parte di epoca normanna. Infatti venne costruito nel 1911 nel quartiere Barriera del Bosco, a Catania. L’edificio fu eretto su una necropoli preesistente, un buon motivo questo per sostenere l’ipotesi dell’infestazione di fantasmi.
Il suo primo proprietario era un commerciante ebreo, che lo commissionò come dono di nozze destinato alla giovane figlia. La storia qui si fa tragica, perché la ragazza non aveva proprio voglia di compiere il grande passo con lo sposo prescelto dalla famiglia, tanto che per la disperazione si gettò dalla torre più alta del castello, morendo nel tragico gesto. Osservando attentamente i merli dei torrioni si possono notare le stelle a sei punte, come prova tangibile dell’origine ebraica del vecchio proprietario.
Dopo il suicidio il castello fu messo in vendita, ma il nuovo acquirente, che aveva intenzione di adibirlo a civile abitazione dovette ricredersi.
Iniziarono a verificarsi delle misteriose apparizioni, nel castello c’erano i fantasmi e si manifestavano con tanto di urla, lamenti e rumori di catene. A quel punto i lavori di ristrutturazione si fermarono e il nuovo proprietario “se la diede a gambe levate”.
Poco tempo dopo, durante la Seconda guerra Mondiale, il maniero (e tutte le ville che si trovavano nei dintorni), venne requisito dalle forze occupanti tedesche, che lo trasformarono in una fortezza antiaerea. Il Castello Leucatia fu comunque risparmiato dalle distruzioni provocate dalla guerra, mentre gli edifici vicini subirono pesanti danneggiamenti.
Dopo alterne vicende il castello venne acquisito dal Comune di Catania nel 1960, ed effettivamente destinato alla pubblica utilità dal 2001, anno in cui la fortezza fu ristrutturata e destinata ad ospitare la biblioteca “Rosario Livatino” e un Centro Culturale.