Castello Sichinulfo e il fantasma di Abufina

Castello Sichinulfo E Il Fantasma Di Abufina
Il castello Sichinulfo, in Basilicata, conosciuto anche come castello di Grottole, eretto in cima ad un colle domina le aree circostanti della valle del Basento.

Del castello spicca il torrione, in particolar modo il finestrone che si affaccia verso il paese, nelle notti di luna e nei mesi primaverili e a giugno, è facile vedervi il fantasma dai capelli biondi di Abufina, la più bella e sfortunata ragazza di Grottole …

Fu il duca longobardo Siconolfo di Salerno, signore di Salerno e Benevento a commissionare la sua realizzazione sulla sommità di una collina a 540 metri s.l.m sulle colline della Basilicata orientale, nel lontano 851.

Il castello Sichinulfo si trova nella frazione del comune di Grottole (MT), distante 32 km dalla città, in un borgo medievale di origini e storia millenarie.

In origine la struttura era suddivisa in tredici stanze poste al piano superiore e sei in quello inferiore e, come in ogni castello, vi erano anche una stalla ed una cantina.

Nel corso dei secoli castello Sichinulfo fu soggetto a continue successioni di famiglie feudatarie, arrivando ad essere possesso di famiglie nobili del Regno di Napoli.

La leggenda racconta che “un giorno Abufina ricamava seduta, vicino alla finestra del torrione, bianca nelle carni come latte e fulva come il grano quando è sul punto di essere mietuto. Pensava a Selepino, il suo amato, che combatteva in terra lontana, quando ad un tratto sentì lo scalpitio di un cavallo.

Era un messo, il quale portava un messaggio che diceva: “Vieni, Abufina, vieni da me; io che uccido i nemici, me l’amore mi uccide; vieni, Abufina, vieni da me: insieme con te al castello di Grottole sol tornerò; fà presto, fà presto…”.

Abufina partì, ma durante il viaggio, il suo cavallo bianco, nel guadare le pietre scintillanti, ma scivolose, del Basento, si impennò e la giovane fu travolta dalle correnti del fiume, morendo.

Per ricordarla ed onorarne la memoria, il signore del castello, fece murare completamente la porta d’ingresso che portava alla stanza dove Abufina passava il tempo della sua lunga attesa e vi fece installare una lapide con la seguente frase:

“Ad Abufina la Bella che corse, cui fu dolce morire d’amore questa torre che fu tua dimora parli sempre alle genti di te. Ogni amante ti porga un saluto e ti stringa al cuore l’amata”.

Ancora oggi il Basento, sentendosi in colpa e dispiaciuto per aver distratto il cavallo ed essersi preso la vita della giovane fanciulla, ogni tanto mormora il nome di Abufina.

Nel paese di Grottole, durante il periodo del Patrono paesano di San Rocco, di svolgono dei festeggiamenti a carattere medievale con rievocazioni della leggenda di Abufina e Selepino.


Guarda anche:


Torna in alto