Demoni spiriti e l’affresco della Madonna con le corna

Demoni spiriti e la Madonna con le corna

Madonna con le corna. L’argomento “esoterico” spesso richiama l’eterno nemico dell’uomo, ovvero Belzebù. A Milano, città di Sant’Ambrogio, sono tutt’ora visibili molte “tracce” del suo passaggio, come l’affresco della Madonna con le corna e la sconvolgente testimonianza di un culto ereticale nell’Abbazia di Chiaravalle.

Qui, un tempo, una tomba (ormai vuota) custodiva i resti mortali della strega Guglielmina, conosciuta anche come la Boema.


Era una monaca eretica che nel 1260, quando nel capoluogo lombardo imperversavano le orde dei Flagellanti, abbandonò la Confraternita dei Disciplini della Morte, deputati ad assistere i condannati al supplizio, per fondare una nuova setta “protofemminista”.

La donna conquistò subito la fiducia di nobili e borghesi, diventando la loro guida spirituale fino ad essere adorata come la reincarnazione di Cristo.

Al suo fianco fu nominata la nobile Manfreda (o Maifreda) Visconti che alla morte della santona (si suppone per cause naturali) fu proclamata papessa, e, celebrando messa il giorno di Pasqua, annunciò l’imminente resurrezione di Guglielmina, che prima del suo ritorno trionfale a Milano, si sarebbe recata a Roma a spodestare papa e cardinali, proclamando anche quattro nuovi evangelisti e liberando il sacerdozio dagli uomini.

Per il Vaticano, tutto questo era troppo, Manfreda fu condannata al rogo e le ossa di Guglielmina furono bruciate in Piazza Vetra.

Alcuni studiosi ritengono che lo spirito della Boema si è stabilito nella “Madonna con le corna”, il celebre affresco del Foppa nella chiesa di Sant’Eustorgio.

Per quanto riguarda le case maledette di Milano, ricordiamo il Palazzo Imbonati di piazza San Fedele, raso al suolo per la costruzione di una sede della Banca Nazionale del Lavoro. Nell’anno di grazia 1685 le antiche stanze del palazzo furono sede di una diabolica invettiva, pronunciata in stato di trance, da una giovane nobile condannata a prendere il velo in ossequio all’inflessibile volontà paterna.

Dopo un disastroso incendio, lo splendido edificio fu restaurato e nel diciottesimo secolo ospitò l’Accademia dei Trasformati, frequentata da personaggi prestigiosi della cultura lombarda: come il Baretti, il Parini, il Verri e Cesare Beccaria.

Ma la monaca non si risparmiò e, in piena notte, spaventava ed emanava castighi infernali a chi vi risiedeva.

A nulla valse la decisione di murare la stanza dove l’infelice suora aveva trascorso la sua giovinezza, infatti, le apparizioni di spettri armati di catene continuarono numerose e il luogo prese la nomea di “locus infestatus”, ispirando anche gli autori del celebre film Suspiria, di Dario Argento.

Infine citiamo “l’antica dimora lombarda denominata Loco de la Toreta sita nei sobborghi di Mediolanum a tutti nota come villa de piaceri e de delizie”.

Un luogo, nei pressi di Sesto San Giovanni, dove si consumò la triste parabola di una gentildonna di impeccabili costumi.

La splendida villa nobiliare, un tempo affrescata con scene di caccia trafugate negli anni Settanta, intorno al 1578 fu la dimora di Delia, la vedova perversa del conte Giovanni Anguissola e figlia di Leonardo Spinola,  uomo efferato e spregiudicato dedito alla magia nera.


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