Finita a vivere i suoi ultimi giorni in un monastero, il fantasma della bella Ardizzina da secoli compare nel giardino del Convento delle Clarisse. La bella Ardizzina fantasma del Convento delle Clarisse. Da sempre i fantasmi sono protagonisti dei nostri incubi e quando siamo soli ci fanno rabbrividire.
Anche i luoghi sacri custodiscono gelosamente misteri e oscure presenze, come quello della bella Ardizzina, il fantasma del monastero del Corpus Domini a Ferrara.
Il Monastero delle clarisse “Corpus Domini” si trova nella parte vecchia della città, circondato da un dedalo di viuzze di epoca medioevale, a pochi passi dalla via di San Francesco e dal palazzo che gli Estensi possedevano in quella strada.
Fondato nel 1406 e approvato nella regola di Santa Chiara nel 1431, il monastero ospitò Caterina Vegri dichiarata Santa nel 1712, nobile damigella che abbandonò lo sfarzo della corte per ritirarsi in vita religiosa.
La facciata del monastero è in cotto e conserva gli elementi decorativi originali, come il portale gotico sormontato da un piccolo rosone. Un luogo che merita di essere visitato almeno una volta nella vita, dopo essere entrati ci si trova dinanzi ad una quiete mai vista.
Al suo interno, oltre alla celebre Lucrezia Borgia, sono sepolti molti personaggi famosi della famiglia d’Este: Ercole II, Eleonora d’Aragona, Alfonso I e la sua seconda moglie, e l’ultimo duca Alfonso II.
Sotto una piccola lapide, posizionata in fondo al coro, si trovano i resti di molti altri Estensi, provenienti dalla chiesa di Santa Maria degli Angeli, oggi scomparsa.

La bella Ardizzina è Camilla Faà di Bruno, nobildonna nata a Casale Monferrato nel 1599 e morta a Ferrara il 14 luglio 1662.
Figlia di Ardizzino, conte di Bruno – piccolo comune della provincia di Asti – e di Claretta, sposò con una cerimonia segreta Ferdinando Gonzaga duca di Mantova e di Monferrato.
Un matrimonio che però non aveva alcun valore formale, perché l’abate non aveva l’autorità per officiarlo e un solo testimone non bastava a renderlo valido.
La nullità del rito fu chiara quando, un anno dopo, in vista del matrimonio di Ferdinando a Caterina De Medici, la corte ducale chiese al Papa l’annullamento ufficiale delle nozze, mai annullate, non essendo mai avvenute.
A Camilla fu allora proposto un vero matrimonio con un nobile o, in alternativa, la clausura. La giovane diciottenne scelse la clausura, prendendo i voti monacali nel 1622.

In quell’anno l’Ardizzina scrisse un breve libro di Memorie, di sole sedici pagine, considerato come la prima autobiografia in prosa scritta da una donna italiana.
Per beffare il destino, nel frontespizio del libro, Camilla si firma aggiungendo il cognome Gonzaga.
Ancora oggi la bella Ardizzina compare nel giardino del convento, chi è riuscito a vedere il suo fantasma la descrive come una donna elegante e bellissima, un’anima pia che vaga sconsolata tra le mura del convento, fermandosi sovente a pregare nella cappella gentilizia.