Fantasmi e lupi mannari a Sant’Omero

Fantasmi e lupi mannari a Sant'Omero
Tra i luoghi d’Abruzzo velati da leggende e misteriosi fenomeni paranormali negli ultimi anni è salito alla ribalta il paese di Sant’Omero, situato in provincia di Teramo. Le storie di fantasmi e lupi mannari sarebbero fortemente radicate in questo territorio, costellato di luoghi incantevoli, a tal punto da rendere necessaria una vera e propria caccia agli spiriti.

A suscitare la curiosità dell’attenzione pubblica, e non solo, perché questo luogo è stato anche analizzato dall’Epas, un team di ghost hunters, è stato il sindaco della cittadina teramana.

Le indagini sul paranormale hanno interessato un antico lavatoio e un punto di approvvigionamento di acqua, conosciuto come la ‘Fonte Vecchia‘, qui un tempo, quando non c’erano le moderne macchine che lavano, si recavano le lavandaie per pulire e smacchiare i panni.

Al lavatoio, dove le donne faticavano e spettegolavano, ci sarebbero state delle aggressioni di ‘lupi mannari’, che costrinsero la popolazione ad abbandonare quei luoghi.

Da qui la ricerca (senza esito) si è spostata presso le grotte in zona di Santa Maria a Vico, una chiesa, molto ben conservata, eretta sui resti di un tempio pagano dedicato ad Ercole e considerata l’unico monumento d’Abruzzo anteriore all’anno Mille.

Secondo alcuni racconti che si tramandano in paese, di generazione in generazione,
nei pressi di un’antica edicola della madonnina in paese, la notte di ogni 1° Novembre si potevano avvistare i fantasmi.

Per trovare però delle vere e proprie attività paranormali bisogna abbandonare la ricerca dei lupi mannari e spostarsi pochi chilometri da Sant’Omero per raggiungere la fortezza borbonica di Civitella del Tronto, dove il team di “acchiappafantasmi” ha ottenuto dei risultati sorprendenti.

Sono stati captati dei lamenti che provenivano dal “pozzo del suicida”, un luogo dove negli anni Sessanta si è suicidato un giovane, utilizzando telecamere a infrarossi, termo-camere per misurare la temperatura, geofono, ossia un sensore di movimento, un rilevatore di campi magnetici e un k2.

Infine sono stati captati altri segnali che provenivano da una grotta. Si è trattato di colpi contro il microfono dell’operatore.


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