Il fantasma di una donna chiamata “Femminedda”, decapitata dopo un processo sommario, vaga ancora per le vie di Stintino in cerca di pace.
Sospiri, lamenti e apparizioni misteriose di fantasmi. La Sardegna, come ogni altra regione d’Italia, ha le sue storie misteriose che si mescolano tra realtà e leggenda, una Terra d luoghi suggestivi e, per certi versi spaventosi.
Stintino si trova nel nord-ovest della Sardegna, in provincia di Sassari, un pittoresco borgo famoso per la spiaggia ‘La Pelosa’, una delle più rinomate della Regione.
Stintino in origine era un paesino di pescatori, incastonato in una lingua di terra tra due insenature con il porto Vecchio e quello Nuovo, dove sono ormeggiati gozzi in legno a vela latina, di cui il paese è ‘capitale’.
La sua storia è legata alla pesca e alla lavorazione del tonno, da visitare è il museo delle Tonnare, che sorge nella tonnara Saline, attiva sino agli Settanta del secolo scorso. Il paese, abitato in inverno da 1600 residenti, in estate è popolato da decine di migliaia di turisti.
Secondo la leggenda, Femminedda era una splendida fanciulla che venne accusata di aver commesso un tremendo delitto, uno spirito inquieto tra i più famosi della regione. Accusata di un delitto infamane, dopo aver subito un processo sommario, la giovane viene condannata a morte per decapitazione ed il suo corpo non ricevette degna sepoltura.
I suoi resti furono poi divisi, mentre la testa venne sepolta in un terreno arido all’interno del paese, il corpo in una chiesa di campagna ormai sconsacrata. L’anima inquieta della giovane, ribattezzata Femminedda, si aggirerebbe per le vie del paese, tra il porticciolo e l’entroterra, in cerca di quella pace che in vita le venne portata via, condannandola alla dannazione eterna o fino a che la testa ed il corpo, finalmente riuniti, non siano sepolti nella terra consacrata di un cimitero.