Gli spiriti di Cà delle Anime sembrano la trama di un film horror

Gli spiriti di Cà delle Anime
Cà delle Anime. Derubati e trucidati con l’inganno durante una tranquilla sosta in una locanda ligure, le anime di queste povere vittime sono ancora in cerca di pace eterna. Non è la trama di un film horror, come potrebbe sembrare, ma uno scorcio di realtà.

In provincia di Genova, sull’antica strada dei Giovi detta anche delle Capanne o Cannellona, nei pressi di Voltri, c’è Cà delle Anime, un luogo dove un tempo si consumavano efferati delitti e orrende sciagure.

Una normale locanda, meta di viandanti in cerca di ristoro e riposo, che la notte si trasformava in una trappola mortale.

Ad ingannare i malcapitati erano i proprietari stessi, che mantenevano la loro attività con lo scopo di derubare e uccidere gli ignari avventori. E lo facevano in modo diabolico, infatti assegnavano ai più facoltosi una camera particolare.

E poi con calma, nel cuore della notte, un trucchetto faceva scendere il soffitto mobile della stanza, fino a soffocare e uccidere gli ospiti, per poi rubare indisturbati tutti i loro averi.

Dopo il macabro rito i corpi venivano sotterrati in un terreno poco distante.

Tutto questo accadeva due secoli fa, in poco tempo cominciò a spargersi la voce sulle misteriose sparizioni e la gente credeva che quella locanda fosse maledetta, fino a che i gendarmi dell’epoca, non credendo alle superstizioni, iniziarono a indagare quei terribili fatti e scoprirono lo stratagemma usato dai briganti, che vennero subito arrestati e giustiziati.

Cà delle anime fu abbandonata al suo destino fino agli anni della seconda guerra mondiale, quando una famiglia di sfollati, composta da padre madre e due figlie, pur conoscendo la tragica storia di quel luogo, fu costretta a sceglierla come propria dimora.

Gli spiriti della locanda uscivano la notte e tormentavano quella famiglia: gettavano per terra i bicchieri lasciati ad asciugare la sera precedente, pentole che cadevano dalla credenza e cassetti messi a soqquadro, e ancora, di notte si sentivano strani rumori, come se qualcuno supplicava e gemeva nascosto nelle fredde stanze di quella vecchia locanda, terrorizzando le bambine. La famiglia era ormai decisa ad abbandonare la casa, quando una notte qualcuno bussò alla porta.

Aprirono e si trovarono davanti una ragazza vestita di bianco, circondata da un dolcissimo profumo di rose.

La fanciulla chiedeva notizie del suo fidanzato, che aveva soggiornato a Cà delle Anime, non vedendolo tornare a casa dopo giorni e giorni, era giunta a piedi dal paese per cercarlo. I quattro si accorsero che anche lei era un fantasma e
la notte stessa abbandonarono la locanda e mai più nessuno trascorse una sola notte fra quelle mura, soprannominate Cà delle Anime.

Qualcuno giura che ancora oggi, di notte e con la luna piena, capita di incontrare una strana ragazza vestita di bianco che chiede notizie del suo fidanzato non più tornato a casa. Se sentite un dolcissimo profumo di rose state sicuri che è un fantasma!


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