Il Castello di Lari e i fantasmi nelle stanze degli orrori

Il Castello di Lari e i suoi fantasmi

L’imponente castello di Lari occupa buona parte del piccolo borgo omonimo, a circa 30 km da Pisa. Come tutti i manieri che si trovano nel Bel Paese anche questo ha le sue stanze degli orrori.

Qui veniva amministrata la giustizia, c’era la sede del tribunale e nei sotterranei, detti l’inferno, si trovano le carceri e la sala dei tormenti dove i condannati venivano torturati e giustiziati. I loro fantasmi vagano da secoli per quelle stanze.

La struttura attuale del castello dei Vicari risale alla prima metà del Seicento, ma le fondamenta sono risalenti all’alto medioevo.


Conteso tra Pisa e Firenze, intorno al 1400, dopo numerose e sanguinose battaglie ebbero la meglio i fiorentini che potenziarono il sistema difensivo.

Successivamente il castello divenne la dimora stabile dei Vicari che vi istituirono la sede del tribunale, la sala delle torture, le prigioni e la sala dove chi veniva ritenuto colpevole finiva giustiziato.

Uomini e donne che vi furono rinchiusi e martoriati con terribili strumenti di tortura, utilizzati per estorcere loro le confessioni. Il carcere venne definitivamente chiuso nel 1934.

Oggi l’edificio è fruibile per le visite guidate ai sotterranei (chiamati anche “l’Inferno”), la sala del tribunale, il carcere, la sala dei tormenti e la cappella nel cortile interno.

Ancora adesso è possibile vedere con i propri occhi i luoghi che furono teatro delle tragiche vicende di Gostanza da Libbiano, una strega “buona”, anche lei ospite delle tetre prigioni. Erano molte le persone che si rivolgevano a lei perché conosceva l’arte curativa delle erbe.

Nel 1594 fu inquisita per stregoneria e sottoposta a interrogatorio dalla Santa Inquisizione, la donna in realtà praticava solo cure definite oggi omeopatiche, ma erano altri tempi e fu accusata di avere ucciso un giovane con i suoi trattamenti e di intrattenere rapporti con il demonio.

La presunta strega fu rinchiusa per lungo tempo in una cella del castello di Lari, dove finì per impazzire. Non venne però ritenuta colpevole e quindi fu in seguito liberata, ma confinata a tre miglia di distanza dalla sua casa, sotto pena del carcere e della frusta. Morì senza riacquistare le sue facoltà intellettive. Il suo fantasma ogni tanto torna nella cella dove fu tenuta prigioniera e in molti giurano di aver udito echeggiare in tutta la valle le sue urla strazianti per la disperazione.

Sorte analoga toccò in tempi più recenti a Giovanni Princi detto il Rosso della Paola, rinchiuso per le sue idee politiche nella cella numero 5 del castello, dove fu trovato morto la mattina del 16 dicembre 1922, impiccato alle inferriate della finestra.

I motivi della sua morte (apparentemente un suicidio) non sono mai stati chiariti, sul corpo dell’uomo furono trovati segni inequivocabili di percosse, come se fosse stato picchiato, ucciso e poi solo successivamente impiccato.

I primi testimoni del fantasma di Giovanni Princi furono l’ex guardiano del castello con la sua famiglia. La notte del 15 di dicembre di ogni anno, lo spettro del Rosso della Paola torna a manifestarsi nel castello di Lari.

Numerose sono le testimonianze di avvistamenti e fatti inspiegabili avvenuti all’interno del maniero, qualcuno ha visto un uomo, avvolto da una densa nebbia, dileguarsi nell’oscurità.


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