Lo scalpitio si sente vicino alla torre, e come un rombo di tuono in lontananza il suo cavallo al galoppo rompe la quiete della notte. Si narra, ormai da secoli, che il fantasma di Federico II di Svevia in sella al suo scuro destriero galoppa lungo il viale antistante la torre di Enna. Sempre la stessa notte, una volta all’anno lo spettro del sovrano di Sicilia torna a farsi sentire.
La Torre di Federico, di raffinatissima architettura, sorge sul versante opposto del monte rispetto al Castello di Lombardia. Un luogo affascinante, ipotizzato come antico centro geografico della Sicilia: la costruzione è infatti alta 24 metri, e si dice che, anticamente, gli astronomi riuscissero, dall’alto a delimitare l’isola e il suo sistema viario.
La forma ottagonale della torre ha una forte valenza simbolica perché è la rotazione di un quadrato su se stesso, tale da formare la rosa dei venti. L’edificio in passato era chiamato anche “Castello Vecchio”. L’origine della torre risalirebbe all’età di Manfredi (1250-1266).
Per Federico II Hohenstaufen e per i suoi architetti la pianta ottagonale era la forma del “castello ideale”, dal punto di vista militare, e forse anche dal punto di vista religioso. Il geometrismo ottagonale, per il monarca e nella simbologia cristiana del periodo medievale, aveva un significato cosmico, rappresentava la Resurrezione.
Il re stesso si considerava “l’uomo nuovo”, che, rinato, resuscita e rigenera. I castelli e le torri ottagonali potevano perciò rappresentare una sorta di “battistero laico”.
La torre di Enna è un perfetto prisma ottagonale con una larghezza massima di 17 metri, lati di 7 metri e un’altezza pari a 27,30 metri. L’edificio è circondato da una cinta muraria anch’essa a pianta ottagonale della quale si sono conservati alcuni tratti.
I custodi e molti abitanti della zona vicina alla torre hanno confermato le strane “presenze” attribuite all’edificio, e sono in tanti anche gli anziani che raccontano di aver “sentito” il fantasma di Federico. In una notte dell’anno ben precisa, sempre la stessa, il sovrano lancia il suo cavallo al galoppo lungo il viale antistante la torre.
Una galoppata sfrenata lunga un chilometro, con lo scalpitio del cavallo a briglia sciolta che si sente in tutta la sua imponenza per poi attenuarsi con una decelerazione e tornare indietro al passo.
Anche se nessuno ha mai visto con i propri occhi il fantasma di Federico II Hohenstaufen, la sua presenza è stata udita da più persone contemporaneamente, anche ai giorni nostri.
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