Il fantasma di Serafino nel muro di Belmonte in Sabina – Foto

Il fantasma di Serafino nel muro di Belmonte in Sabina - Foto
Per gli abitanti di Belmonte in Sabina l’enigma della foto del fantasma di Serafino conferma i tanti racconti di fenomeni paranormali vissuti dagli abitanti di questo antico borgo in provincia di Rieti.

Per l’esorcista: “Ci vuole la croce” in quel luogo che sembra non appartenere a nessuno, dove soffi ultraterreni e passi nella notte rendono la “casa viva”, un vecchio edificio abbracciato da ferri rugginosi, posto sul picco più alto del paese, con pavimenti che scricchiolano e mura ammuffite che trasudano umidità e fluidi maligni.

Storie di Poltergeist, spiriti e fantasmi sono al centro dei racconti di tanti testimoni. Quale sortilegio o terribile avvenimento ha impregnato di oscuro il borgo di Belmonte, che nessuna luce sembra poter rischiarare?

Tutto inizia dal terrificante assassinio di un vecchio proprietario della casa di rione Foschetti, si tratterebbe quindi di “un’anima vagante”, come racconta una delle ultime vecchie del paese. “Di notte sospira, sorride. lo non ci passo più”.

Ma quella casa, per molti anni abbandonata, ora è abitata da Enrico che ha avuto un “contatto” con il fantasma: “All’inizio non ci facevo caso. Trovavo tutte le luci accese, sentivo qualcuno camminarmi intorno la notte”, testimonia. “Poi amici pescatori che dormivano qui, all’oscuro di tutto, la sentirono pure loro. Un soffio infuocato li svegliava, figure di vapore salivano per le scale. Un giovanotto inglese, ogni gradino che faceva, gli si butterava la pelle come a un mostro”.

Il fantasma di Serafino nel muro - Foto2

Tutti sanno della «casa viva», in paese. Se chiedete informazioni vi sentirete rispondere: statene lontani. “Giuro che non metterò più piede là dentro”, racconta un altro testimone oculare, non senza brividi: “Giocavamo a carte in cucina. Sento un soffio forte all’orecchio. Mi giro: nessuno. Di botto si spalanca il portone, pesantissimo, che si apriva a calci. Fuori non c’è un’anima, non tira un alito di vento. Ma come se fosse vivo si richiude da solo”.

Chiunque è entrato nella «casa maledetta» ha avvertito le presenze inquietanti. E’ stato anche chiamato un esorcista, ecco il suo responso: abbattere una soglia murata per aprire una via di fuga allo spettro o infilare un crocifisso di legno sotto il materasso. Enrico sorride: “Ma non ne farò niente. Ormai con lui c’è un rapporto di convivenza reciproca. Non fa del male. E’ il guardiano della casa. Lo chiamiamo Serafino, in paese. Tra le tre e le tre e mezza di notte si fa vivo. Ci sono abituato: vivi e lascia vivere”. E dopo le sue parole nella stanza sentiamo qualcuno che ride … ma non c’è nessuno!

Nella foto si nota una parte del volto del fantasma di Serafino, apparso sul muro esterno della casa maledetta.


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