Il monaco che vide tre volte il Demonio

Il monaco che vide 3 volte il Demonio 1
Scritta in un’antica pergamena risalente all’anno mille circa, c’è l’esperienza vissuta da un oscuro monaco nel medioevo (ma non un monaco qualunque!). Carica di suggestione e a tratti sconvolgente, la cronaca narrata da questo religioso è molto interessante e ricca di particolari.

La prima volta fu risvegliato nel pieno della notte da un essere mostruoso, era il Demonio che lo tormentava, e corse in chiesa a chiedere perdono dei propri peccati. Trasferitosi in un altro monastero, il monaco vide un secondo essere infernale che costrinse un suo compagno a gettare via la tonaca. La terza apparizione del Demonio si verificò inaspettatamente di mattina.

Il testimone di eccezione è Rodolfo il Glabro (985-1047), nato in Borgogna e autore di una serie di cronache interessanti e ricche di particolari del Medioevo. Nei cinque libri delle sue Historiae troviamo demoni tentatori, malfattori impiccati che resuscitano dopo tre giorni, spiriti maligni e fantasmi. Dopo aver raccontato dell’apparizione del Demonio a un confratello, Rodolfo narra quello che è accaduto proprio a lui. Questa è la sua testimonianza:

«Dunque proprio a me, non molto tempo fa, Dio ha voluto che un fatto simile capitasse più volte. Al tempo in cui vivevo nel monastero del beato martire Leodegario, che chiamano Champeaux, una notte, prima dell’ufficio di mattutino, comparve davanti a me ai piedi del mio letto una specie di nano orribile a vedersi.

Egli era, per quanto posso giudicare, di statura mediocre, con un collo gracile, un volto emaciato, occhi nerissimi, la fronte rugosa e raggrinzita, il naso schiacciato, la bocca prominente, le labbra tumide, il mento stretto e fuggente, una barba caprina, le orecchie pelose e aguzze, i capelli irti e scomposti, denti di cane, il cranio appuntito, il petto gonfio, il dorso gibboso, le natiche frementi, vesti sordide, accaldato per lo sforzo, tutto il corpo chino in avanti.

Egli afferrò l’estremità del materasso su cui riposavo, scuotendo terribilmente tutto il letto, e disse infine: “Tu non resterai più a lungo in questo posto”. Io, spaventato, risvegliatomi di soprassalto lo vedo come l’ho appena descritto.
Lui intanto, digrignando i denti, continuava a ripetere: “Non resterai più a lungo qui”. Subito saltai dal letto, corsi all’oratorio e mi prostrai davanti all’altare del santissimo padre Benedetto, invaso dal terrore.

Ci rimasi a lungo e cercai di ricordare febbrilmente tutti gli errori e i peccati gravi che in gioventù avevo commesso per indocilità o negligenza, tanto più che le penitenze, accettate per amore o per timore di Dio, si riducevano quasi a nulla. E così, confuso e angustiato dalla mia miseria, non riuscivo a dire niente di meglio che queste semplici parole: “O Signore Gesù, che sei venuto per salvare i peccatori, nella tua grande misericordia abbi pietà di me”».

Il monaco che vide 3 volte il Demonio 3

La seconda volta il monaco Rodolfo incontra il diavolo nel dormitorio del monastero di San Benigno, a Digione.
«L’aurora – racconta – cominciava a spuntare quando uscì correndo dal locale delle latrine gridando: “Dov’è il mio baccelliere? Dov’è il mio baccelliere?”. L’indomani, verso la stessa ora, un giovane fratello di nome Teoderico, fuggì dal convento, lasciò l’abito e condusse per qualche tempo la vita del secolo».

Il monaco che vide 3 volte il Demonio 2

Infine, nel monastero di Moutiers. «Una notte, mentre suonava il mattutino, stanco per non so quale lavoro, non mi ero alzato come avrei dovuto al primo suono della campana; alcuni erano rimasti con me, prigionieri di questa cattiva abitudine, mentre gli altri correvano in chiesa. Gli ultimi erano appena usciti, quando lo stesso demonio si mise a salire sbuffando la scala e, con le mani dietro la schiena, appoggiato al muro, ripeteva due o tre volte: “Sono io, sono io, che sto con quelli che rimangono”. A quella voce, alzando la testa, riconobbi colui che avevo già visto due volte. Tre giorni più tardi, uno dei confratelli particolarmente pigri, fu istigato dal demonio a lasciare il convento per sei giorni dandosi a vita secolare sfrenata. Ma il settimo rientrò all’ovile».


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