Nelle aspre terre in provincia di Matera, quando le tenebre abbracciano l’orizzonte e ogni rumore suscita brividi, si può scorgere il fantasma di Isabella Morra nel castello di Valsinni.
Questo maniero, edificato su una preesistente fortificazione longobarda, subito dopo l’anno mille, si erge maestoso sulla valle del fiume Sinni. Le sue mura conservano ancora i tristi lamenti e lo spirito vagante di Isabella Morra, una poetessa fanciulla vissuta dal 1520 al 1546.
Anche se breve e tragica, l’esistenza di questa donna ha lasciato un solco profondo nella storia del feudo di Favale (odierna Valsinni) appartenuto ai Morra, potente famiglia di origine irpina, agli inizi del Cinquecento, e mantenuto per circa 140 anni, fino al 1638.
Il barone Giovanni Michele Morra, padre di otto figli e marito di Luisa Brancaccio, fu costretto a esiliare per aver parteggiato con l’esercito francese nella guerra con gli Spagnoli che dominavano il sud Italia, e portò con se il figlio primogenito. La moglie, pare soffrisse di nervi, stava sempre rinchiusa nelle sue stanze e Isabella, che in quel periodo aveva solo otto anni, rimase profondamente segnata da questa triste situazione familiare.
Infelice e inquieta, la fanciulla superò l’isolamento grazie a un canonico di nome Torquato, suo precettore, e all’età di ventitré anni conobbe il cavaliere e poeta spagnolo Diego Sandoval De Castro (nemico dei Morra), sposato alla nobildonna napoletana Antonia Caracciolo, forse amica di Isabella.
Tra i due iniziò una fitta corrispondenza letteraria. E’ un mistero se il loro rapporto rimase platonico oppure si trattava di una relazione passionale, ma la gente cominciò a mormorare, e le dicerie arrivarono alle orecchie dei fratelli di Isabella, spingendoli a una sanguinosa vendetta. I signori di Valsinni erano di parte francese e non potevano tollerare che la vita sentimentale della sorella fosse legata ad un cavaliere della fazione opposta.
Per onore e sdegno, uccisero prima Torquato, maestro di letteratura della sorella, colpevole di portare di nascosto le lettere di Diego. Subito dopo morì pugnalata Isabella.
Stessa sorte toccò a Diego Sandoval, che rimase vittima di un’imboscata notturna, durante il tragitto da Taranto a Bollita, mentre andava a trovare la moglie.
Della tragica esistenza della giovane poetessa, si interessò nel 1928 il filosofo abruzzese Benedetto Croce, spintosi in Basilicata per indagare personalmente sulla vita di Isabella Morra, scrisse: “Ed io ho voluto recarmi nei luoghi dove è vissuta questa breva vita e cantata questa dolorosa poesia; in quell’estremo lembo della Basilicata, di cui ha parlato il Lenormant, tra il basso Sinni e il confine calabrese, tra la riva del mar Jonio, dove verdeggia la foresta di Policoro, e il corso del Sarmento, che versa le sue acque in quel fiume: un pezzo della Magna Grecia e della regione detta la Siritide, che, memore di quanto di essa celebrano le storie, sogna sempre una vittoria sulla malaria desolatrice e un rifiorimento dei suoi campi e della varia operosità dei suoi abitatori.”
Lo stesso anno furono effettuati degli scavi, alla ricerca delle spoglie della fanciulla, in particolar modo sotto la chiesa, ai piedi del castello, purtroppo senza risultati, tanto che ancora oggi non si conosce dove sia ubicato il corpo di Isabella Morra.
E’ solo il fantasma della poetessa, che privo di degna sepoltura, vaga ancora per le stanze del castello, e di notte percorre i camminamenti dei bastioni.
La storia del fantasma non è vera, è solo una diceria…il castello è abitato dalla famiglia Rinaldi, che molti anni fa comprò all’asta il castello, ed ha lasciato ai turisti di Valsinni la possibilità di visitarlo
Gianni Paradiso Dy Productor liked this on Facebook.
Alvarado Nenita liked this on Facebook.
Alessia Serra liked this on Facebook.
Vaccaro Debora liked this on Facebook.
Oriana Zagaria liked this on Facebook.
Tony Corti liked this on Facebook.
Carlo Schweigkofler liked this on Facebook.
Lucone Nicolai liked this on Facebook.
Ifantasmi.it liked this on Facebook.
Dario Fanelli liked this on Facebook.