La strega Cattarina è tornata, la Cagna Corsa fa paura

La strega Cattarina è tornata, la Cagna Corsa fa paura

Tra storie di fantasmi e luoghi avvolti nel mistero, a San Pietro di Novella in terra di Rapallo è esistita anche la strega Cattarina che nel XVII secolo fu giustiziata per mano dell’Inquisizione, come tante altre donne ritenute tali dalla credenza popolare.

Conosciuta come la “Cagna Corsa” perché ritenuta originaria della Corsica, di tale strega si parla in un articolo apparso su “Il Mare” del 5 giugno 1909, scritto dallo storico Arturo Ferretto, che riporta i documenti del processo della Santa Inquisizione.

Sulle streghe in Liguria lo storico Vayra racconta che si davano tutte convegno in un paesello, chiamato Ribordone, nella località conosciuta con il nome di Pian delle Streghe. La Serenissima di Genova non mancava di perseguitarle e di metterle al rogo sulla Piazza di Banchi. Contro le streghe però, il governo di allora, ch’era sottomesso a Luigi XII di Francia si mostrava assai più rigoroso.

La sorte della strega Cattarina è segnata il 6 luglio 1630, quando il capitano di Rapallo Emmanuele dei signori di Passano scrisse questa lettera al Senato di Genova:

Hieri mi capitò alla porta una povera donna, che va di continuo cercando limosina e mi fu detto che essa è una strega. Io per curiosità la feci chiamare, minacciandola di farla porre nelle carceri; allora essa, ancora che non si poteva muovere, si pose a fuggire, e fu trattenuta. Mi vennero molte persone a dire che questa tale è reputata per strega comunemente, che mi parse farne qualche diligenza et ho trovato due che mi hanno detto che le sono stati guasti ad ognuno di loro due figliuoli, e che tengono per sicuro che sia stata questa, onde mi parve bene di farla porre in carcere, acciò ve paresse di farlo penetrare al P. Inquisitore, se no ordinarmi quello che dovrò fare.

L’accusa era grave e un’accozzaglia di gente insorse, Cattarina tentò invano di fuggire ma fu presto acciuffata e accusata di aver eseguito malefici su quei bambini, morti pochi giorni dopo la visita della presunta strega.

Ormai il destino della “Cagna corsa” era segnato. “Per la strega carcerata se ne prenderà quella cognizione che si potrà. In questo capitanato è tenuta per tale in tutti quelli luoghi dove è conosciuta e, fatto quelle diligenze che intorno a questo si potrà, ne darò subito conto“, riferiva il Capitano di Rapallo all’Inquisizione, aggiungendo che Cattarina, ossia Manola, detta la Cagna Corsa, è realmente maga e incantatrice, stante i rapporti presentati da persone degne di fede, e che per conseguenza fu portata legata nelle carceri del castello.

Fu imbastito un processo contro la presunta strega e tra le altre c’era questa deposizione schiacciante del trentenne Nicolò Multedo che riportiamo fedelmente: “Ponno essere circa quattro anni, e lo saranno a Carnevale, che Cattarina, detta la Cagna Corsa, venne a casa mia a san Pietro, mentre che io non ero in casa, et vedendola Angeletta mia moglie nella porta, non voleva che entrasse in casa, et essa volle entrare: quando fu in casa disse a detta mia moglie quello la è il vostro fante? et essa mia moglie le disse che non sapeva cosa si fusse e poi detta Cattarina domandò a detta mia moglie delle castagne e delle fiche, e le disse che non ne aveva, e poi addimandò dell’olio chiaro et essa mia moglie le disse che non ne aveva e detta Cattarina le replicò o no averete bene si et essa mia moglie le disse che l’avea bollito, et essa gli disse che glielo desse come era e detta mia moglie le disse che andasse a prenderselo in una ramara che era ivi, e così andò, e se ne prese quando volle per empire un doglio che aveva, e poi se ne andò via et andandosene disse a mia moglie tu facevi meglio a darmelo chiaro, e questo segui al martedì, e poi detto mio figlioletto che era di un mese e dieci giorni stette sempre male da due ore dopo che fu partita detta Cattarina, et all’indomani che era mercoledì, mentre mia moglie lo fasciava, a tre ora di notte le uscirono tre stizze di sangue dal naso, e tre stizze le caderono dalla bocca e subito morse che alcuno non se ne accorse e poi facessimo diligenze per vedere cosa aveva avuto, trovammo che aveva delli segni neri nella gola che pareva le fusse stato messo una mano e io non posso sospettare salvo in detta Cattarina, perchè si tiene pubblicamente che sia una strega perché disse a mia moglie quelle parole che sopra ho detto“.

Da notare la strana coincidenza del numero tre. Tre furono le cose richieste dalla strega, castagne, fichi ed olio, tre le gocce di sangue, ed il bambino morì alle tre ore di notte e per di più il terzo giorno della settimana!

Il processo contro la strega Cattarina proseguì con altre schiaccianti accuse e si concluse con la soddisfazione del Capitano, che all’indomani in un plico chiuso dalla ceralacca, trasmise al Senato il processo avendo cura di sottolineare che la strega era gravemente indiziata di aver ucciso molti figliuoli, e che per conseguenza attendeva ordini dall’autorità superiore. E la risposta arrivò in breve tempo: il 30 agosto il Senato si espresse con queste parole: “Si sono viste le informazioni da voi prese contro la Cattarina detta la Cagna corsa inviateci con la vostra del 12. Vi diciamo che restando il suo delitto soggetto allo Statuto criminale Cap. 10 sotto la Rubrica De Veneficiis, tirate innanzi questa causa terminandola con giustizia“.

Il responso era chiaro, per lo Statuto criminale, allora vigente, la pena da comminare a chi era accusato di stregoneria era il rogo e la povera Cagna seguì il destino di tante altre colleghe. Portata a Genova, la strega Cattarina fu arsa viva sulla Piazza di Banchi.

Le recenti apparizioni di fantasmi nella zona di San Pietro di Novella a Rapallo sarebbero legate allo spirito della strega Cattarina che vaga ancora per quelle terre, forse in cerca di vittime per i suoi riti malefici …


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