La vera storia sui fantasmi delle Alpi : in antichita’ i pagani che abitavano i paesi delle regioni alpine, credevano nell’apparizione delle anime dei morti sotto forma di fantasmi e fra le memorie lasciate dai secoli lontanissimi, si può rinvenire traccia di questa credenza, che fu comune a diversi popoli.
Maria Savi Lopez nel suo saggio “Leggende delle Alpi” ne riporta uno studio dettagliato.
La più antica storia sui fantasmi delle Alpi, nel comune di Novalesa (To), si raccontava di spiriti benefici che apparivano ai frati e si aggiravano di notte, intorno al monastero, in tal quantità, secondo il cronista del tempo, che non potrebbero essere in maggior numero gli abitanti di una città.
In questa credenza, che avvolge in un alone misterioso il vecchissimo convento, fabbricato alle falde del Moncenisio, e che ebbe tanto splendore al tempo dei Carolingi, essendo così grande che poteva ospitare cinquecento monaci; le credenze cristiane prevalgono su quelle pagane, poiché in questo caso i fantasmi non sono anime di morti rimasti senza sepoltura, costretti a vagare sulla terra a spaventare i vivi; ma spiriti buoni e pii che ritornano fra gli uomini per dire le lodi del Signore; ed essendo innamorati ancora della valle dove cercarono pace fra le battaglie della vita, si riuniscono nello stesso sito dove tanto pregarono nel tempo fugace della vita mortale.
La credenza dei fantasmi delle Alpi, in queste processioni dei Santi, dovette essere molto estesa nel Medioevo, e possiamo anche ritrovarla nei Fioretti di San Francesco; infatti si dice che il giovane frate voleva abbandonare l’Ordine; ma prima di lasciare il convento andò ancora una volta ad inginocchiarsi innanzi all’altare; e nella visione che gli apparve vide i santi che passavano a due a due, col volto e colle mani che risplendevano come il sole; mentre essi andavano in processione cantando al pari dei santi della Valle di Susa.
via: Leggende delle Alpi
di Maria Savi Lopez