Nel Castello di Monselice tra fantasmi, stregoneria e lussuria

Nel Castello di Monselice tra fantasmi, stregoneria e lussuria
Si narrano storie di tre fantasmi, sangue, lussuria e stregoneria nel castello di Monselice, lo splendido borgo medievale arroccato sulle colline a sud di Padova. Il castello è composto da quattro nuclei principali, tutti edificati e ristrutturati tra l’undicesimo e il sedicesimo secolo.

Entrando dal portone nella Corte Grande al centro troviamo il Palazzo Marcello, realizzato nel XV secolo, sulla destra c’è il Castelletto, con l’annessa Casa Romanica, edificati tra l’XI e il XII secolo, sulla sinistra si erge la massiccia torre di Ezzelino III da Romano, fatta erigere nel XIII secolo dal feroce tiranno, divenuto celebre per la sua crudeltà e per essere stato un abile condottiero.

Accusato di efferatezze e di eresia, venne scomunicato nel 1254 da papa Alessandro IV. Nel mese di marzo dell’anno 1256, Filippo, arcivescovo di Ravenna, diede incarico ad Azzo VII d’Este di condurre una “crociata” contro Ezzelino.

Nel Castello di Monselice. Ezzelino da Romano
Ezzelino da Romano

Il condottiero, ferito e catturato a Cassano d’Adda dalla lega guelfa, fu portato a Soncino, dove spirò il 27 settembre così come era vissuto: rifiutando sacramenti e medicine, e lasciandosi morire dopo essersi strappato le fasciature.

Tra i fantasmi del castello di Monselice quello di Avalda è legato ad Ezzelino. La leggenda narra che Avalda, amante del condottiero, praticava la stregoneria, era abile nell’uso del veleno ed era solita circondarsi di numerosi amanti (che faceva uccidere una volta stanca) per soddisfare i suoi desideri più lussuriosi. Stanco di questa situazione, il crudele Ezzelino assoldò un sicario e la fece uccidere proprio nel salone del castello.

Ancora oggi dopo secoli, il fantasma di Avalda, descritto come una donna di bassa statura, dalla carnagione pallidissima, con un abito bianco e insanguinato, vaga per le stanze della fortezza in cerca di vendetta.

Il secondo fantasma è quello di Jacopino Da Carrara, signore di Monselice. Dopo essere stato nominato signore di Padova, nel dicembre del 1350, assieme al nipote Francesco, tra i due nacquero profondi dissidi familiari, tanto che Jacopino arrivò ad organizzare l’assassinio del nipote. Francesco scoprì la congiura e nell’estate del 1355 fece giustiziare il sicario e incarcerare lo zio che per ben diciassette anni, senza poter mai uscire dalla sua cella, dove trovò la morte per fame e per sete. Il fantasma di Jacopino Da Carrara infatti appare nella fortezza come un uomo magro e dai lunghi capelli grigi.

Il terzo fantasma del castello di Monselice è quello di Giuditta, l’amante di Jacopino. La donna ebbe la stessa sorte, fu rinchiusa insieme a lui perché accusata di aver corrotto le guardie per poter vedere il suo amato. Il suo fantasma sarebbe stato visto aggirarsi nel buio della notte lungo la strada che dal castello conduce al Santuario, chiedendo ai passanti notizie del suo amato Jacopino.


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