A Genzano, nel territorio dei Castelli Romani, c’è Palazzo Sforza Cesarini un edificio ricco di storia e aneddoti leggendari che ha fatto da scenario naturale a un’inquietante storia di fantasmi. Celebri personaggi divenuti leggendari perché il tempo li ha trasformati in ombre senza volto, spiriti irrequieti che incutono terrore fino ai giorni nostri.
Nella nobile dimora estiva del ‘600, appartenuta a una storica famiglia genzanese, appare il fantasma di una donna dai lunghi capelli neri. Si tratta dello spirito tormentato di Livia Cesarini che continua a vagare per le stanze del palazzo, a distanza di quasi quattro secoli.
“E’ una gentil donna morta giovane – racconta un anziano del posto – soffriva di solitudine e malinconia perché trascurata dal signore che l’aveva presa in sposa e la notte a volte si sente piangere e si vede una luce che cammina da una stanza all’altra del palazzo. Appena si fa giorno, si vedono volare due colombe in cielo“.
Palazzo Sforza Cesarini era la residenza estiva della famiglia Cesarini nella seconda metà del 1500, edificata sulle rovine di un castello medievale. L’edificio nel corso dei secoli ha subìto diversi interventi architettonici, al punto da cambiarne simmetria e proporzioni. Ad esempio la disposizione delle finestre, la cui distanza tra loro si accorcia man mano che ci si allontana dall’ingresso centrale, facendo apparire la facciata dell’edificio convessa.

Oltre alle stranezze architettoniche l’ex residenza nobiliare è famosa per il fantasma di Livia Cesarini. Una “sfortunata” ragazza che per volere della famiglia fu costretta a ritirarsi in un convento romano. Infatti non era lei la prescelta ad ereditare l’ingente patrimonio dei Cesarini, ma la sorella Clelia. Il suo tutore quindi la mandò in un convento insieme ad altre cinque sorelle.
Ma Livia non si sottomise; fuggì dal convento e sposò Federico Sforza, dei duchi di Segni, dando origine al ramo degli Sforza Cesarini. Le controversie legali tra le sorelle Cesarini si trascinarono per anni, segnate da infamia e maldicenze, ma nel frattempo Livia e Federico si trasferirono a vivere nella dimora di Genzano.
Diversamente da altri personaggi più o meno famosi, la contessa non morì di morte violenta, né tantomeno a Palazzo Sforza Cesarini si registrarono spargimenti di sangue, come ritroviamo in molte storie di fantasmi. Ma di fenomeni paranormali nel palazzo se ne parlava già nell’Ottocento.

Basta citare Massimo D’Azeglio che ne “I miei ricordi” racconta del suo incontro con gli spiriti nel palazzo, allora disabitato. Era il 1826 e il giovane scrittore, pittore, patriota e politico italiano decise di trascorrere la notte in una di quelle stanze, noncurante dell’avvertimento del custode: “Ma non sai che ci stan gli spiriti?”.
Rimasto solo in quel palazzo ormai in rovina, sistema le sue cose in una stanza al pianterreno, e dopo aver trascorso un tranquillo pomeriggio in giro rientra in camera e si mette a dormire. Poi racconta:
“Sul mio letto, al posto della sposa, collocai il mio schioppo carico, e soffiato sul moccolo di sego della lanterna, non passarono cinque minuti che ero già addormentato. Ma il mio sonno fu breve. La quiete profonda della notte fa sembrare maggiori tutti i rumori, come ognuno può aver provato. Il castello, quando mi risentii, pareva abitato a tutti i piani ed in tutte le camere … Mi sentivo poi sventolare non so che vicino al viso, che passava, ripassava, girava per aria … Mi alzai a sedere sul letto e tesi l’orecchio dicendo tra me: «Che diavolo succede!» e, pensando che un cervello disposto a vedere ombre e apparizioni avrebbe penato poco in quel tramenìo a vedersi alle coste tutte le anime degli Sforza, da Giacomo Attendolo a Ludovico il Moro.”
In quel caso però Massimo D’Azeglio non ebbe paura, perché non si trattò di spiriti, come gli aveva fatto credere il custode, ma di sorci e pipistrelli.
Mentre nel 1995 furono diversi i testimoni ad affermare di aver visto le luci all’interno del palazzo accendersi e spegnersi, nonostante l’edificio in quegli anni fosse senza corrente elettrica, e porte e finestre che sbattevano in assenza di vento. Infine, più recentemente, due operatori della Protezione Civile rimasti nel Palazzo Sforza Cesarini a sorvegliare gli oggetti esposti per una mostra di antiquariato, giurarono di aver sentito ripetutamente rumori provenienti da stanze completamente vuote.
Tutti i fenomeni paranormali sembrerebbero legati al fantasma di Livia Cesarini. Lo spirito di una donna tormentata nella sua esistenza dalle infamie e dai pettegolezzi sulla sua vita privata che non riesce a trovare pace.