Palazzo Trucchi di Levaldigi è ubicato a Torino, soprannominata “la città magica”, perché ad essa sono legate miti e leggende di culti esoterici.
Torino è nota nel mondo per essere una delle punte del triangolo di magia bianca (con Praga e Lione). Costruita nel punto in cui confluiscono il fiume Po (che rappresenta il Sole) e la Dora (che sarebbe invece la luna), la città sarebbe dotata di “porte” nei punti cardinali. A rafforzare le proprietà esoteriche contribuisce anche il 45° parallelo, che passa per il centro della città e questo accumulerebbe una grande quantità di magia positiva.
Palazzo Trucchi di Levaldigi è stato costruito nella seconda metà del ‘600 dal conte architetto Amedeo di Castellamonte, commissionato da Giovanni Battista Trucchi conte di Levaldigi, all’epoca ministro delle Finanze.
Quello che caratterizza oggi la sede della Banca Nazionale del Lavoro è la sua particolare ubicazione, all’angolo tra le attuali via Alfieri e via XX settembre, che rivela il taglio diagonale della facciata d’ingresso. L’imponente portale è retto su quattro colonne in mano bianco e conserva il portone originario riccamente intagliato.
Scolpito da una fabbrica di Parigi, è adornato di fiori, frutta, animali e amorini, ma se si osserva da vicino si può notare che alcuni degli intarsi del portone d’ingresso si ispirano ad effigi ed elementi satanici.
Soprannominato “portone del diavolo” in seguito ad alcuni fatti spiacevoli avvenuti nel palazzo come: il fatto che il portone è stato collocato in una sola notte grazie ad uno stregone che invocò Satana in persona, senza che nessuno nel quartiere se ne accorgesse. Proprio per questo motivo le persone hanno ipotizzato che fosse stato il diavolo a permettere la posa di un pesante portone in così poco tempo e senza fare nessun rumore.
Ma non è solo la figura del diavolo a rendere l’edificio misterioso; tante sono le storie di eventi paranormali legate a Palazzo Trucchi di Levaldigi, come improvvise sparizioni o morti inspiegabili. La più celebre è quella della ballerina Emma Cochet, uccisa a coltellate durante una festa in maschera alla fine dell’Ottocento. Nessuno scoprì chi fosse il colpevole del delitto ma, poco tempo dopo, il fantasma della danzatrice iniziò a infestare le stanze del palazzo e a tormentare chi lo frequentava.