Per scoprire il mistero del ponte Gobbo e dei fantasmi del pozzo dei rasoi bisogna arrivare a Bobbio, una piccola città ricca di arte e storia, in provincia di Piacenza.
Abitata a partire dal neolitico, con successivi insediamenti celtici e infine romani, Bobbio è nota per l’Abbazia di San Colombano fondata nel 614, per il ponte Vecchio (chiamato anche Gobbo o Ponte del Diavolo) e per il castello.
Anche in questo incantevole e misterioso borgo medievale troviamo storie di fantasmi, quelli del Castello Malaspina dal Verme.
Edificato a partire dal 1304 su commissione di Corradino Malaspina, primo Signore della città, il maniero passò alla Signoria dei Visconti nella seconda metà del Trecento, e nel 1436 fu possedimento dei conti Dal Verme, più precisamente, di Luigi Dal Verme, nominato conte da Filippo Maria, ultimo duca Visconti.
Trasformato in una lussuosa dimora fu acquistato da altre famiglie nobili finché nel 1956 divenne proprietà dello stato italiano.
Il mastio centrale a pianta rettangolare, in pietra a vista di colore chiaro, è protetto da una cinta muraria dotata, a valle, di una torretta rotonda d’avvistamento. La base del mastio è consolidata da un massiccio bastione spiovente a cuneo.
Per le visite, si accede al castello attraverso un portone fortificato, situato al centro delle mura, sul lato strada.
Qui, numerosi testimoni hanno raccontato di aver visto all’altezza delle mura, manifestarsi i fantasmi degli sventurati che furono gettati, e quindi uccisi, nel pozzo dei rasoi, che era ubicato nei sotterranei della torre circolare di sud-est, oggi riempito e chiuso.

Si tratterebbe di un pozzo con le pareti rivestite da numerose lame sporgenti e affilate, comunicante con una segreta senza via di uscita. I condannati a questo supplizio, erano i nemici e chi non era gradito al potente di turno, ma pare che sia stata anche la tomba di giovani donne rapite dai vari castellani.
A poche centinaia di metri dal castello malaspiniano c’è il ponte Gobbo. E’ lungo 273 metri, di forma particolare e con 11 arcate diseguali che scavalcano il fiume Trebbia. Per il suo profilo contorto, da attribuire a vari rimaneggiamenti, è stato denominato Ponte del Diavolo.
Secondo la leggenda è frutto della lotta di San Colombano contro Satana. Si narra infatti che il diavolo, una volta saputo che a San Colombano serviva un ponte per attraversare il Trebbia ed evangelizzare il popolo della zona, si offrì di costruire il ponte in cambio dell’anima del primo che l’avesse attraversato. Il Santo accettò la proposta, così il Demonio, per dimostrare tutta la sua potenza, fece costruire il ponte tutto in una notte, affidando il lavoro a undici demoni di diversa altezza, con il risultato che le arcate non erano tutte uguali: da qui il nome di ponte Gobbo. San Colombano comunque mantenne la promessa, però trasse in inganno il demonio, facendo passare sul ponte un cane.
Sarà vero? Probabilmente non lo sapremo mai, resta comunque il fascino e la curiosità intorno a storie così misteriose che ancora oggi, a distanza di tanti secoli, rendono questi luoghi ancora più attraenti.