Sepolta viva nel cimitero di Castelraimondo

Sepolta Viva Nel Cimitero Di Castelraimondo
Negli anni Cinquanta, durante una seduta spiritica, una medium diede voce al fantasma di una donna che affermava di essere stata sepolta viva nel cimitero di Castelraimondo.

Le successive indagini dimostrarono che effettivamente quella donna era sepolta dove aveva detto e la posizione dello scheletro suggeriva che la donna fosse stata sepolta viva e avesse tentato di uscire dalla bara.

La macabra fine di Rosa Manichelli fu scoperta dal docente e psicologo professor Giuseppe Stoppoloni dell’università di Camerino, durante un corso dell’occulto a cui partecipava una medium, per mostrare dal vivo ai propri studenti lo svolgersi di una seduta.

A lezione praticamente conclusa la medium cadde in stato di trance e iniziò a parlare con una voce diversa dalla sua: “Ascoltate, io sono Manichelli Rosa, nata il 1 luglio 1900, da sposata fui Spadoni Rosa, mio marito morì prima di me, ora riposiamo presso il cimitero di Castelraimondo, vi prego” aiutate gli altri, affinché non succeda loro ciò che capitò a me“.

Quelle parole lasciarono esterrefatti e confusi i presenti, cosa poteva essere successo di così grave alla defunta? Grazie alle indagini del professor Stoppoloni dagli archivi dell’ospedale di Camerino risultò che una tale Manichelli Rosa vedova Spadoni, era morta all’ospedale civile di Camerino, il 4 settembre del 1939, all’età di 38 anni, per ‘infezione puerperale e complicanze cardiache’. Il corpo fu’ interrato il 6 settembre 1939, nella tomba 10, Campo 47 del cimitero di Castelraimondo.

Dopo il rilascio dei necessari permessi, la riesumazione della salma fu eseguita la mattina del 13 settembre 1950, presenti lo stesso Prof. Stoppoloni, il Dott. Matteo Marcello ufficiale Sanitario di Camerino e il patologo Dr. Alfredo Pesche, il fotografo S. Manfrini ed altri funzionari e curiosi.

Dopo un’ora di scavo fu portata alla luce la bara e dopo la sua apertura agli stupefatti spettatori, apparve lo scheletro con la testa riversi sulla sinistra, invece come normalmente distesi sul dorso, il braccio sinistro era sollevato, le ossa delle dita, al cui medio era infilata ancora la fede nuziale, strette tra i denti, le ginocchia piegate come in un estremo sforzo di voler sollevare il coperchio.

Ma la cosa più raccapricciante, era la presenza di graffi nella parte interna del coperchio della bara, segno del tentativo della donna di aprirsi una via d’uscita dalla bara.

La sfortunata venne inumata viva, mentre si trovava in stato di coma o in uno stato di catalessi scambiati per decesso, e ha resistito per due giorni nello stato in cui è stata poi trovata!


Guarda anche:


Scroll to Top