Vita oltre la morte. Le esperienze di premorte e il cosiddetto NDE

Vita oltre la morte. Le esperienze di premorte NDE

C’è vita oltre la morte? Una domanda che tutti noi ci siamo posti almeno una volta, che aspetta ancora una risposta scientifica. La vita oltre la morte è quella situazione in cui ci si trova in genere quando il nostro essere fisico muore e il nostro spirito sopravvive. Da millenni anche le religioni hanno sviluppato e sostenuto teorie su cosa c’è dopo la morte, che vanno dalla reincarnazione (presente nelle pratiche dei buddisti, induisti, sikh, giainisti, esoteristi, ecc.), alle teorie di alcune religioni africane.

Il nostro spirito sarebbe composto da una grande energia cosmica impersonale che pervade tutto e tutti. Per la reincarnazione morire è solamente un “passaggio” da un’esistenza terrena ad un’altra. L’anima continua a rigenerarsi attraverso una lunga catena di reincarnazioni, da essere umano a essere umano, finché non ha raccolto tutte le conseguenze delle proprie azioni.

Mentre per le religioni africane i morti continuano ad influenzare la vita dei discendenti sotto forma di “spiriti protettori”, con una distinzione netta: i bambini, gli anormali e i morti di morte violenta restano degli spiriti vaganti e pericolosi.

Anche l’ebraismo insegna nell’Antico Testamento che vi sarà la resurrezione di tutti gli esseri umani dopo il “Giudizio” finale da parte di Dio. Dopo la morte, l’anima abbandona il corpo e raggiunge tutte le altre anime che riposano nello Sheol (il luogo dei morti).

L’Islam insegna che l’esistenza dell’anima è destinata al giorno del Giudizio finale (chiamato “ultimo giorno”) e chi non crede in Allah andrà all’inferno.

Per il Cattolicesimo, dopo la morte, ci sono tre destinazioni possibili per l’anima del defunto: Paradiso, Purgatorio e Inferno. E siccome i defunti ci ascoltano e ci aiutano, vanno quindi ricordati e soprattutto pregati.

Quindi ogni religione tradizionale e non solo, nel corso del tempo ha immaginato a modo proprio quello che ci attende dopo la morte: un premio, una punizione o semplicemente la condanna a vivere per sempre come spirito vagante.

Ma esistono delle prove reali di questo Aldilà? A quanto pare sì, e sull’argomento si sono scritti migliaia e migliaia di libri, che raccolgono teorie e le testimonianze di chi ha visto in prima persona cosa c’è oltre la morte.

Forse è possibile captare un’altra dimensione, ma solo in pochi riescono a vederla – i medium ad esempio, o i sensitivi e gli individui speciali.

E i fantasmi, non sono altro che anime rimaste intrappolate a metà tra la nostra dimensione e l’aldilà, come sospesi tra due universi – quello materiale e quello spirituale.

Tra le testimonianze di protagonisti di NDE, le esperienze ai confini della morte (sigla dell’espressione inglese Near Death Experience), c’è quella dell’italiano Franco Predieri: “Non abbiate paura. Non finisce tutto con la morte. La morte è solo un passaggio di stato, di spessore, di dimensione, si entra in un’altra vita, tutta da vivere … Devo dare un messaggio agli altri: non disperate mai“.

Franco, sin da quando era piccolissimo, avrebbe ricevuto il “compito” di rassicurare tutti sulla ‘vita oltre la morte’.

Lui sostiene di essere in contatto con l’aldilà, con le persone scomparse, e lo fa da quando ha vissuto un’esperienza di near death experience, dopo che a soli tre anni e mezzo rischiò di annegare in un fiume.

Era l’agosto del 50 – racconta Franco Predieri – e vivevo a Bologna con i miei. Mi portarono a fare una gita sul fiume Reno, a Molina del Pallone. Giocavo a riva con un’ochetta di gomma quando questa mi sfuggì, e, per prenderla, caddi in acqua, preda del fiume. I miei videro il mio corpo galleggiare e mio padre, che non sapeva nuotare, lottò a lungo con la corrente per riportarmi a riva, ma sembravo morto. Tentò di rianimarmi e mi ripresi solo dopo diversi, lunghissimi, minuti. In quegli istanti mi era apparsa una enorme parete di luce in cui si aprivano grandi cerchi brillanti di volti di persone sorridenti e felici. Era un mondo di gioia e pace immensa, una felicità mai provata. Noi eravamo cattolici come tanti, più per abitudine che altro, ma appena mi svegliai dissi a mia madre: la Madonnina mi ha salvato, eppure non ne avevo mai sentito parlare. Da allora convivo con questo ricordo e da allora riesco a vedere quel che accade.

Questa è solo una delle numerose testimonianze di vita oltre la morte, che impressionano e fanno credere nella sopravvivenza di una parte di noi, quando si giunge ad un passo dalla morte. In tanti hanno addirittura superato quella soglia, per poi tornare indietro.

Ancora oggi scienziati e rianimatori si interrogano sulla reale natura di queste esperienze NDE che presentano tutte delle caratteristiche simili.

Spesso, a causa di un grave incidente, una persona entra in coma e viene dichiarata clinicamente morta. Non respira più, il battito si ferma e dovrebbe iniziare la decomposizione del corpo, a partire dal cervello, perché con l’arresto cardiaco il cuore non pompa più sangue. Invece la decomposizione non inizia, il cervello non riporta alcun danno. In un breve periodo, che va da pochi minuti fino a mezz’ora o un’ora, mentre i parenti si disperano attorno al letto e i medici si affannano a rianimare il soggetto perché è clinicamente morto, il malcapitato vede dall’alto la propria stanza d’ospedale ed assiste a tutte queste scene, con la possibilità anche di muoversi, addirittura uscendo anche dalla sala operatoria.

Un’esperienza di vita oltre la morte comune a moltissime persone, e tutti hanno sempre raccontato di essere finiti in un tunnel di luce calda che emana serenità. In fondo al tunnel c’è un nucleo di luce più intensa, che essi percepiscono come amore. Incontrando talvolta, lungo la strada, altre entità benevole anche loro piene d’amore.

Poi all’improvviso il paziente torna indietro: il suo corpo dopo che era stato dato per morto si rianima e lui racconta la sua straordinaria esperienza di vita oltre la morte.

Noi per il momento ci fermiamo qui, prossimamente affronteremo il tema di chi dopo l’esperienza di NDE non riesce a tornare nel suo corpo …


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2 commenti su “Vita oltre la morte. Le esperienze di premorte e il cosiddetto NDE”

  1. Patrizia, la tua storia è molto toccante, il dolore è tangibile anche se non lo vuoi dare molto a vedere. In questa vita/dimensione, per esperienza, posso dirti che ci si trova per adempiere a dei compiti. La storia è cicilica finché non superi determinate prove. Se sei duro d’orecchi avrai modo, e si parla in termini di vite, per imparare. Come anime essendo noi immortali ci si ritrova sempre, come farai tu con tuo figlio, un giorno. Coraggio :)

  2. Mio figlio Christian ha varcato la soglia dell”oltre a 17 anni per dei farmaci o veleno che l”anno portato fuori dalla mia vista ma non dal mio cuore.Sento che mi sta vicino il nostro amore sopravvive al tempo.Spero che sarà Christian ad accoglierli quando varchero’quella porta.E’speciale e mi manca moltissimo. Non ho mai ricevuto amore abbracci come me li ha donati mio figlio. Credo nella vita oltre questa terrena.Un abbraccio cara dolcissima creatura Stefania. Ecco che piango come al solito ma sai sola con me stessa esce fuori la mia anima nascosta.Spero di poterlo abbracciare per sempre…..troppo dura questa scuola….un guerriero non dovrebbe mai attende si prendono le pause.Ma io che ancora lotto e soffro cosa altro devo imparare. Ho sete di conoscenza. Io sono Patrizia Valenti mamma del mio meraviglioso Angelo Christian.

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